È tutto pronto per la nuova edizione delle Mostre ACAMM– Rete Museale di Aliano, Castronuovo di Sant’Andrea, Moliterno, Montemurro – in Basilicata che, per il 2019, propone quattro appuntamenti dedicati ad importanti personalità dell’arte europea del XX secolo. Saranno Pericle Fazzini, Toti Scialoja, Henri Goetz e Assadour,dal 26 agosto al 19 dicembre, gli artisti ad essere indagati da quattro storici dell’arte: ad Aliano, in Palazzo Di Leo, Giuseppe Appella per Pericle Fazzini, a Castronuovo, nel MIG. Museo Internazionale della Grafica, Antonello Tolve per Toti Scialoja, a Moliterno, nella Biblioteca G. Racioppi, Stefania Zuliani per Henri Goetz, infine a Montemurro, nella Casa delle Muse di Leonardo Sinisgalli, Federico de Melis per Assadour.
In questa intervista a Peppino Appella si è cercato di approfondire alcuni nodi centrali di questo importante evento culturale.
Maria Letizia Paiato. Prima di entrare nel merito delle quattro mostre programmate, ci puoi raccontare brevemente qualcosa di ACAMM? Quando nasce la rete e che importanza e impatto ha sulla regione Basilicata questo sistema? Quali sono i risultati culturali più importanti raggiunti?
Giuseppe Appella. ACAMM nasce nel dicembre del 2016 per unire le energie di quattro comuni compresi tra il Parco del Pollino e il Parco dell’Appennino lucano. Insieme, i quattro, non raggiungono gli 8.000 abitanti, ma sorgono su un territorio dove vivono oltre 100.000 persone, dislocate fra le ventiquattro comunità del versante lucano del Pollino e le ventinove dell’Appennino. L’obiettivo? Operare in una logica sinergica di sistema che divulghi e valorizzi il patrimonio culturale esistente sul territorio, fra pinacoteche, musei d’arte contemporanea, biblioteche, centri di documentazione, fondazioni e stabilizzi un rapporto privilegiato con le scuole di ogni ordine e grado. Queste realtà, a dispetto della dimensione geografica della perifericità, si sono conquistate una credibilità crescente e riconosciuta a livello nazionale (nel 2017 il palinsesto è stato presentato all’Accademia Nazionale di San Luca, nel 2018 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna), sia per la qualità degli eventi culturali che per i servizi resi. È la prima volta, forse non solo in Lucania, che quattro paesi preparano un programma comune, annuale, e agiscono insieme per far crescere il territorio.
Tutto ciò appare evidente dai programmi elaborati per Aliano (Pinacoteca e Parco Letterario “Carlo Levi”, Museo “Paul Russotto”, Palazzo De Leo), per Castronuovo Sant’Andrea (MIG. Museo Internazionale della Grafica, Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” con i fondi per la letteratura e l’arte del Novecento “Luigi Pirandello e Silvio D’Amico” – “Archivio della Scuola di New York Ellen Russotto” – “Dario Micacchi” – “Anna e Pierluigi Giovanola” – “Giuseppe Tedeschi”, Museo – Atelier “Guido Strazza” per la Calcografia, Museo – Atelier Kengiro Azuma per la Litografia, Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”, Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino), per Moliterno (Biblioteca Comunale G. Racioppi, Museo d’Arte Sacra, MAM – Musei Aiello Moliterno) e per Montemurro (Fondazione Leonardo Sinisgalli e Casa delle Muse). Il palinsesto annuale, evitando sovrapposizioni e contrapposizioni, punta a consolidare un’azione culturale e turistica integrata, anche con un uso accorto dei social.
Gli eventi proposti, legati al territorio ma al contempo di respiro europeo e sostenuti da una intensa attività didattica nelle scuole di ogni ordine e grado, hanno messo in luce la capacità progettuale e la vocazione comunicativa dei musei, resi luogo vivo d’incontro e di scambi sociali. La nascita del sistema ACAMM è stata sollecitata, infatti, dalla convinzione che la produzione culturale, così come l’interesse e la partecipazione, vadano costantemente alimentate e coordinate e non si fermino alla sola conservazione del passato.
Per avere un’idea, dal 1 gennaio 2017, bastava fare un giro nei quattro paesi durante l’anno, non solo durante l’estate, o dare un’occhiata ai siti e alle pagine facebook di ACAMM e a quelle del MIG Biblioteca, Parco letterario “Carlo Levi”, Musei MAM, Fondazione Leonardo Sinisgalli, per trovare informazioni quotidiane capaci di guidare l’utente verso esperienze fino a ieri impensabili nei nostri paesi, con Mostre (I libri d’artista di Arnoldo Ciarrocchi, Le Edizioni della Cometa e la Lucania 1935-2015, Opera grafica di Max Bill 1947-1990, “Gli anni di Carlo Levi a Torino”: Enrico Paulucci, “Gli anni di Carlo Levi a Roma”: Roberto Melli, “Gli anni di Carlo Levi a Roma”: Franco Gentilini, Paul Russotto, Peter Bellamy e gli artisti di New York 1981-1990, Mimmo Paladino, Guido Strazza, Joaquin Roca-Rey, Carlo Lorenzetti, Bruno Conte, Giuliano Giuliani, Roberto Almagno, Le incisioni per “Imitazioni dell’Antologia Palatina” e “Infinitesimi” di Leonardo Sinisgalli, “L’Odissea” di Omero illustrata da Henry Laurens, Salvatore Cuschera. Ferri e ceramiche dal 2005 al 2015, Sol Lewitt, Luigi Capuana scrittore-fotografo, Bram Van Velde, Guido Gambone e la ceramica vietrese del Novecento, Antonietta Raphaël, Adolfo Wildt, Grafica del Gruppo “CoBrA”, Martin Bradley, François Morellet, Jean Messagier, Zoran Music, Alexander Calder, Lucio Venna, Joan Mirò, i taccuini di Michele Tedesco, disegni e i pastelli di Leonardo Sinisgalli che raccontano il paese natio, Giulia Napoleone rilegge Sinisgalli, Raffaele Pentasuglia rilegge S. Andrea Avellino); incontri (Umberto Galimberti, Patrizia Minardi, Raffaele Nigro, Pasquale Santoro, Giulia Napoleone, Mimmo Paladino); presentazioni di libri (Domenico Dara, Silvio Ramat, Gaetano Cappelli, Dora Celeste Amato, Carmen Pellegrino, Giulia Dell’Aquila); omaggi (Fernanda Pivano, Irene Kowaliska, Giovanni Battista Bronzini); festival (Della paesologia: “La Luna e i Calanchi”); occasioni (La festa degli innamorati con il simbolo di Enrico Della Torre e Ettore Consolazione, Processione del Venerdì Santo con la “Via Crucis” disegnata da Giuliano Giuliani, Santa Messa di Pasqua celebrata con l’altare impreziosito dalla tovaglia dipinta da Giulia Napoleone, Roberto Almagno, Ernesto Porcari, Festa della mamma con Lucien Freud e Gertrude Kasebier, Notte internazionale dei Musei con i filmati di Marina Abramovic e Shirin Neshar, Mario Verdone e Arnaldo Ginna, Jeff Koons, Alexander Calder e Jannis Kounellis, Famiglie al Museo con Luca Pacioli e Jorg Neitzert); convegni (Centenario della nascita di Michele Tedesco, Le opere di Sant’Andrea Avellino, Tommaso Pedio); lectio magistralis (Miguel Benasayag, Agnes Heller, Francesco de Core, Andrea di Consoli, Chiara Valerio); letture (Raffaele Nigro legge se stesso, Giuseppe Capitano legge Carlo Levi, Bruno Conte legge S. Andrea Avellino, Ernesto Porcari legge Ferdinando Petruccelli della Gattina, Corrado Calabrò legge i grandi poeti contemporanei); concerti (Parole in musica: la canzone d’autore. Omaggio a Rino Gaetano); premi (Premio Letterario Nazionale “Carlo Levi”, Premio per “La difesa dell’ambiente in Basilicata”, Premio Internazionale dell’Incisione, Edizione Masterclass di pianoforte M° Vincenzo de Filpo): feste (Il Natale della tradizione lucana); inaugurazioni di nuovi spazi (Collezione permanente d’arte contemporanea, Museo della vita e delle opere di Sant’Andrea Avellino, Museo-Atelier Kengiro Azuma, Biblioteca Lucana: libri e stampe del Grand Tour, Museo della ceramica); giornate del contemporaneo con Pasquale Santoro,Gianni Dessì, Giuseppe Capitano, Giuseppe Palumbo, Francesco Arena, Riccardo Dalisi, Gregorio Botta, Carlo Guarienti, Nicola Carrino, Giuseppe Pirozzi; ricordi (Tommaso Pedio, Giulio Stolfi, Gabriele De Rosa, Michele Tedesco, Franco Fortini, Mario Nigro, Aurelio Galleppini, Libero De Libero, Carla Accardi); Notte Internazionale dei Musei (con M. Lai, Beuys, Brancusi e Paolini); Focus mensili sull’opera di Ipousteguy, Mattiacci, Boumeester, Tàpies, Magnelli, Hartung, Motherwell, Bartoli, Accardi, Kalczynska); senza dimenticare le “Lezioni del Novecento” e il “Furor Sinisgalli”.
Era ed è possibile trovare esposizioni ed eventi imperdibili non dissimili dai grandi musei di Roma, Milano, Torino, tanto per parlare solo dell’Italia, con i quali il dialogo è continuo. Altro che provincia del Sud. E questo lo confermano le mostre che stanno per inaugurarsi, anche grazie alla sensibilità di Patrizia Minardi, Direttore dei Sistemi culturali e turistici. Cooperazione internazionale della Regione Basilicata, e il fatto di essere riusciti a unire le forze, pensando alla formazione delle nuove generazioni, rimuovendo totalmente dalle mentalità dei Sindaci e di chi gestisce le varie istituzioni che siamo periferia, superando l’autoreferenzialità,curando con pignoleria la gestione dei musei, cercando di intercettare i gusti del pubblico, di sviluppare una militanza etica e uno sguardo più profondo, di avvertire gli avvenimenti che cambieranno il mondo attraverso le trasformazioni del territorio.
L’impatto sulla Regione, in questo due anni, è stato soprattutto di sorpresa e di stimolo. Non è un caso se altri paesi hanno chiesto di entrare nel Sistema. Dal prossimo anno, dovremmo essere in otto. Abbiamo, poi, fatto drizzare le antenne a chi continua a pensare che i nostri paesi siano solo sagre e feste patronali. Soprattutto, molti si sono resi conto che nella Lucania interna non sono poi così sprovveduti. Il risultato migliore? La vicinanza delle scuole di ogni ordine e grado (quando la scuola non poteva spostarsi, si spostava il museo che ha tra i suoi compiti l’alfabetizzazione dell’arte), e l’abitudine di molti, dei paesi vicini ma anche di città come Potenza, Matera, Bari, Taranto, Salerno e così via, di tornare a trovarci spesso, per incontri e mostre di rilievo come quella, ad esempio, ancora aperta al MIG, su “Giorgio de Chirico / Guillaume Apollinaire: Calligrammes, 1930, 68 litografie originali”. E le occasioni ci sono state, se si pensa che in quelle sale si sono susseguite mostre di Daumier, Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli, Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter, Viviani, Arp, Viani, Breton e il Surrealismo, Max Bill, Sol LeWitt, Bram Van Velde e così via. Anche se la stampa nazionale, per un vizio atavico, tranne rari casi, esclude dai calendari questi eventi (al di sotto di Napoli quale quotidiano scende?) e non informa, quindi, chi è di passaggio, pronto a fare una deviazione per vedere mostre o sentire conferenze di qualità.
In tutte queste note positive, resta comunque un lato problematico del quale la Regione dovrà farsi carico: la gestione dei Musei virtuosi del Sistema ACAMM, che non può essere affidata al volontariato di giovani laureati con specifiche competenze che vorrebbero continuare a dare il loro contributo di idee nei propri paesi e non emigrare al Nord o all’estero. I Comuni ai quali fanno riferimento le realtà culturali organizzate e non organizzate museograficamente, che svolgono un significativo ruolo di divulgazione e valorizzazione del patrimonio, non hanno le risorse necessarie per sostenere un programma così intenso e variegato.
MLP. Al centro delle mostre ci sono gli artisti Pericle Fazzini, Toti Scialoja, Henry Goetz, e Assadour. Come e perché si è deciso di indagare proprio queste figure? Che rapporto hanno con la Lucania?
G.A. Matera 2019, nel suo dossier, ha dimenticato che, dagli inizi degli anni Cinquanta in poi, sono stati gli scrittori, gli artisti, i fotografi, gli archeologi (non diversamente dai viaggiatori del “Grand Tour”) a far conoscere la Lucania e Matera subito dopo lo svuotamento dei Sassi.
La scelta è strettamente connessa ai rapporti intessuti, mio tramite, dai quattro noti artisti, nel corso dei decenni, con la Basilicata, viaggiata in lungo e in largo, in più occasioni operandovi, e con i personaggi che in questi luoghi sono nati o ai quali sono rimasti legati: Carlo Levi per Aliano, Sant’Andrea Avellino per Castronuovo, Ferdinando Petruccelli della Gattina per Moliterno, Leonardo Sinisgalli per Montemurro. Nel 1981, non a caso, in occasione del Convegno su Sinisgalli organizzato dalla Biblioteca Provinciale, misi in piedi una mostra su “Artisti moderni viaggiatori in Basilicata”. Al tempo stesso, non sono stati trascurati i legami che gli artisti, tramite la Basilicata, hanno fissato tra di loro, attraverso molteplici incontri e stima reciproca. Tutto ciò, dalla seconda metà degli anni Cinquanta in poi, a partire da Carlo Belli (1972), e quindi Mino Maccari (1974), Pietro Consagra (1978), Fausto Melotti (1987), ha permesso che Matera fosse conosciuta e divulgata in Europa. Basti, per tutti, l’esempio di Assadour, amico di Sinisgalli, incontrato insieme a de Libero nel 1968 a Roma e frequentato fino alla sua scomparsa, nel 1980. Ha girato buona parte della Lucania, alla quale ha dedicato dipinti, disegni e incisioni (un libro, pubblicato nel 1987 dalle Edizioni della Cometa che avevano inaugurato una vera e propria collana, si intitola appunto Assadour in Lucania), e vissuto a Matera per mesi. Naturalmente, ha conosciuto bene Fazzini, è stato amico di Goetz a Parigi e di Scialoja, frequentato più volte a Roma e a Parigi. I quattro artisti, poi, sono una sintesi della cultura europea in Italia, e viceversa, che Matera avrebbe dovuto rappresentare.
I quattro artisti sono accompagnati in queste mostre da quattro storici dell’arte. Tolve, Zuliani e De Melis non sono nati in Lucania ma la conoscono bene, così come conoscono gli artisti e la loro storia.
MLP. Che tipologia di opere vedremo? E che tipo di studio avete affrontato per l’impaginazione di ciascuna mostra? Avete lavorato in gruppo o ogni storico dell’arte si è mosso autonomamente?
G.A. La storia degli artisti viene raccontata attraverso tutti i linguaggi espressivi: pittura, scultura, disegno, acquarello, incisione, anche se la vera e propria cronistoria del lavoro di Fazzini, Scialoja, Goetz e Assadour è stata ricostruita attraverso una raccolta precisa di opere grafiche e libri d’artista (il rapporto con i poeti resta fondamentale), spesso realizzati o dedicati ai paesi lucani. In ogni caso, il lavoro degli artisti viene analizzato nella sua totalità. Personalmente, ho coordinato il tutto. Per motivi generazionali, sono stato compagno di strada dei quattro, anche nei viaggi in Lucania, e nel corso dei decenni a tutti ho dedicato, non solo in Italia, mostre e libri. Le opere sono state raccolte a Roma e ogni studioso ha avuto modo di selezionarle e studiarle, in assoluta autonomia.
MLP. Questa è una domanda che riguarda lo spaccato su Pericle Fazzini e che pertanto interessa te personalmente. Che valore può avere, dal tuo punto di vista, per un giovane artista conoscere uno scultore come lui? Infine, una piccola provocazione. Con la tua lunga esperienza, come vedi oggi l’arte contemporanea e come la raffronti a quella del passato e degli artisti scelti per ACAMM?
G.A. Conoscere il primo e secondo tempo di Fazzini, significa prendere atto di una vocazione bruciante, che ha prodotto capolavori assoluti (Donna nella tempesta, 1932, Figura che cammina, 1933, Ritratto di Ungaretti, 1936, Ragazzo con i gabbiani, 1940-1944, Il Fucilato, 1945-1946), e comprendere il modo di affrontare il problema della scultura pur sempre attuale: dare una soluzione plastica anche al più umile, banale e fotografico particolare della forma.
L’arte contemporanea, nel mondo della complessità globale, nonostante sia al momento soggetta al mercato che, spesso, distrae dai valori autentici o lavora al rialzo dei nomi affermati imponendoli come beni di lusso, è viva come non mai e nei suoi esiti migliori assolve il compito di sempre: rilegge il passato per comprendere il presente e per preavvertire, spesso con decenni di anticipo, del tempo che verrà.