Sarà Bartolomeo Pietromarchi, direttore del Macro, il curatore designato per la presentazione del progetto espositivo del prossimo Padiglione Italia nell’ambito della 55. Esposizione Internazionale d’Arte, che si svolgerà dal 1° giugno al 24 novembre 2013 ai Giardini e all’Arsenale nonché in vari luoghi di Venezia.
Pietromarchi non ha fornito né nomi di artisti né un’idea precisa del loro numero, ma ha preso le distanze dall’edizione del 2011 curata da Vittorio Sgarbi “la cui densità era fuori misura“, proponendo un progetto di mostra sobrio e contenuto nelle dimensioni. “Il progetto espositivo è concepito come un viaggio ideale nell’Italia di oggi e di ieri attraverso lo sguardo dell’arte. – ha dichiarato Pietromarchi – Un itinerario che racconta attraverso le opere di artisti di generazioni diverse identità e paesaggi, reali e immaginari, del nostro paese ed esplora al tempo stesso la complessità e le stratificazioni della nostra vicenda artistica e antropologica. Il percorso della mostra si snoda così attorno ad alcune opere di figure di maestri riconosciuti dell’arte italiana che rappresentano dei punti di riferimento con cui artisti delle ultime generazioni dialogano tra corrispondenze, derivazioni e differenze”. Intento del prossimo curatore del Padiglione Italia sarà una mostra attenta ai giovani ma che – grazie all’incontro con riconosciuti maestri – non sembra voler cedere al giovanilismo, (perché “la Biennale può rovinare la carriera di un giovanissimo”, ha osservato Pietromarchi), affiancando opere di artisti maturi, presumibilmente come Alighiero Boetti, Giuseppe Penone e Jannis Kounellis, esponenti dell’Arte Povera, a quelle di artisti più giovani. Una mostra che guarda alla Storia per sottolineare come e quanto questo Paese sia in grado di reinventare il presente: punto di partenza diventano quegli artisti del XX secolo consacrati a livello mondiale il cui esempio “impone di proseguire sulla strada di una promozione e un sostegno sempre più convinti delle nuove generazioni, per affermare la nostra centralità nel panorama artistico contemporaneo, riconoscendo al tempo stesso il valore della tradizione artistica e culturale dalla quale proveniamo. In questo senso, il Padiglione Italia rappresenta l’occasione più importante e il contesto più adatto per far conoscere a una platea internazionale importanti e ancora poco valorizzate individualità della nostra storia recente e promuovere artisti più giovani già internazionalmente riconosciuti in ambito museale”. Il Padiglione Italia diventa affermazione d’identità nei confronti del mondo globalizzato. “La mostra diventa un’occasione per leggere criticamente alcune linee di ricerca dell’arte italiana dal 1960 in avanti non più come contrapposizione tra movimenti e generazioni ma come un atlante composto diacronicamente da temi riconducibili alla nostra storia e cultura nazionale – conclude Pietromarchi – . Ad esempio, il rapporto con il paesaggio, la città e l’architettura, i riferimenti alla storia e al mito, la spiritualità, l’immaginario e la cultura popolare, i temi del doppio e della maschera, del rapporto tra realtà e finzione”.