Tutti gli articoli su

home Notiziario, Recensioni AUTOSTRADA BIENNALE – II Edizione

AUTOSTRADA BIENNALE – II Edizione

Istituita con la missione di migliorare e rivitalizzare la comunità del Kosovo, Autostrada Biennale, arrivata alla sua seconda edizione, è l’evento culturale che ha caratterizzato l’estate dei Balcani, regione da noi considerata a lungo sinonimo di guerra e povertà.

A cura di Giacinto Di Pietrantonio, la manifestazione è stata immaginata come un’innovativa autostrada che collega Istanbul, Venezia e Prizren Biennales. Ispirata al mondo in evoluzione di oggi, la Biennale è stata avviata grazie all’ampliamento degli scambi culturali recentemente registrati. Caratterizza la rassegna, infatti, uno spirito di cooperazione tra i diversi settori artistici attraverso il quale si è stato possibile risvegliare l’energia creativa di questo territorio e mettere in discussione, tramite l’arte, i problemi e le difficoltà esistenti nel mondo contemporaneo. Autostrada Biennale si presenta quindi come una sorta di ‘fabbrica artistica’, un laboratorio tutto-fare, ideato col fine ultimo di far emergere le condizioni sociali, politiche, economiche ed estetiche che influenzano non solo il mondo dell’arte ma la vita quotidiana in primis, così da rendere la città stessa un museo contemporaneo a cielo aperto.

A tale scopo sono stati coinvolti molteplici spazi pubblici – dall’ Archaeological Museum alla Stazione degli Autobus, dal Prizren Castle al Prizren Gymnasium “Gjon Buzuku” fino alla vecchia Prigione – dove sono contenute le opere dei 27 artisti internazionali invitati a partecipare, tra cui alcuni provenienti dall’Italia come Francesco Vezzoli e Giuseppe Stampone.

Chiave di lettura dell’evento è il testo critico del curatore, in cui è esplicitato il perno su cui ruota ovvero la ricerca del futuro dell’arte ove l’artista è investito del compito di guardare oltre. Partendo dall’opera di Beuys “La rivoluzione siamo noi” (1971) e passando per Benjamin, Friedrich e Paul Klee, Di Pietrantonio arriva ad affermare questa “ricerca del futuro” come unica esigenza da sempre insita nell’uomo. Gli artisti di Autostrada Biennale sono, appunto, coloro che, cercando questa strada, aprono verso il futuro interrogandosi sulle domande che l’individuo quotidianamente si pone senza avere la pretesa di conoscere risposte certe sul domani. È in questa esplorazione – pensata come un viaggio, un percorso di scoperta verso mete sconosciute – che l’artista si colloca con la sua pratica creativa. La denominazione della manifestazione balcanica, per l’appunto, rispecchia pienamente questa condizione di “artista-itinerante”, già espressa nel 1920 da Paul Klee con L’Angelus Novus e riproposta successivamente da Beuys con “Difesa della Natura (clavicembalo)” (1981). Opere, queste, sentite da Di Pietrantonio come allegorie dell’artista contemporaneo in quanto il proprio corpo è rivolto al passato mentre il suo sguardo volge al futuro.

Esemplari di tale propensione sono i lavori degli artisti chiamati ad intervenire come il video The Column (2013) di Adrian Paci – metafora visionaria dell’attuale sistema economico mondiale, ove la perfezione e la bellezza della colonna scolpita contrasta con una logica del profitto basata sullo sfruttamento e l’insicurezza dei lavoratori – o l’installazione sonora SUPRAINFINIT di Apparatus 22, diffusa nella stazione degli autobus, ove una voce inneggia e celebra un mondo futuro, un universo utopico che risulta essere solo una copia distorta e alterata dell’attuale realtà ed in cui la speranza viene usata come strumento critico: un inno o una poesia che proietta l’ascoltatore in un mondo in cui non si distingue più il reale dall’irreale. Mentre la macedone Hristina Ivanoska con Intimate Introspection: artist and/or society (2012-2013) ci mostra come il ruolo dell’artista nella società contemporanea vacilli di fronte alla violenta occupazione dello spazio pubblico da parte del capitalismo neo-liberale appoggiato dall’élite governativa: le sue scatole non sono altro che rifiuti da lasciare in un angolo della periferia cittadina, ove vivono i più poveri le cui voci restano spesso inascoltate.

Al Castello Francesco Vezzoli presenta la trilogia An Embroidered Trilogy (1997-1999): tre videoclip (Ok, the Praz is right; Il sogno di Venere; The End, teleteatro) dedicati a protagonisti della cultura e del cinema, scelti anche perché maniacali ricamatori. Affidandosi a tre grandi registi – nell’ordine John Maybury, Lina Ë ertmuller e Carlo Di Palma – Vezzoli crea una parodia grottesca del mondo patinato del cinema, che diventa un prodotto di consumo, noncuranti del grido di aiuto Help, you knoë I need someone, help, che ci passa di fronte. Nella stessa location Giulio Alvigini, creatore della pagina Instragram del Make Italian Art Great Again, dimostra attraverso il suo intervento tecnologico come l’arte contemporanea sia un immenso bagaglio di immagini che possono essere impiegate dallo stesso sistema dell’arte per la promozione culturale di un evento come Autostrada Biennale. Non a caso l’opera di Alvigini accompagna la campagna promozionale social della seconda edizione dell’evento col fine di accrescere la sua visibilità mediatica. L’uso delle nuove tecnologie ritorna con il duo The Cool Couple (Nicolò Benetton – Simone Santilli) che impiegano il linguaggio del videogioco per esplorare la storia dell’arte e renderla fruibile anche alle nuove generazioni.

Tre le opere di Jan Fabre dislocate nel Archeological Museum: 5 fotografie di Virgin/Warrior (performance contro il sistema dell’arte effettuata con Marina Abramovic); un breve video della performance Homage to Zeno X (performance with my tortoises Janneke & Mieke) della fine degli anni ’70 incentrato sul percorso delle tartarughe dell’artista dalla vecchia alla nuova sede della galleria The Printshop e, infine, Greek Tragedy & Greek Victory (2010), una coppia di sculture in bronzo e cera che testimonia come, nonostante i loro limiti fisici, le specie si adattino per sopravvivere utilizzando creatività ed intelligenza divenendo sinonimo di saggezza interiore. Segue la serie di 24 disegni Primavera Araba (2014-2017) di Giuseppe Stampone, ispirati da relativi file estrapolati da internet quando gli stessi erano stati censurati dall’Occidente, in cui le stratificate velature a Bic del suo modus operandi artigianale denunciano urgenti problematiche attuali come l’immigrazione.

Mentre, dislocati nella città troviamo alcuni lavori degni di nota come la scultura in cemento armato The monument to Red Prizren / The Self-protective Monument di Nemanja Cvijanovic – simbolo dei partigiani e rivoluzionari che hanno sacrificato la propria vita per opporsi al fascismo – o l’installazione dell’organizzazione non governativa Orkide Collective, produttrice di ricami che diventano sinonimo della rinascita del Kosovo e di Prizren dopo un lungo periodo di guerra. Un’azione, questa, che rimanda all’opera di Joseph Beuys iniziata nel 1982 insieme ai cittadini di Kassel ed ancora in atto 7000 Querce, alberi simbolo di un nuovo inizio per la città e i suoi abitanti. Ilija Šoškić pone, invece, l’accento sui bisogni primari dell’uomo come il nutrimento del corpo attraverso il suo progetto partecipativoIl Teatro del Pane, ideato nel 1986, in cui la popolazione locale diventa protagonista insieme all’artista performer.

Di genere radicalmente opposto è Can you feel the change?: emblematica performance di Sanja Latinović la cui ricerca artistica s’incentra sulla società odierna, vittima della disintegrazione del sistema socio politico. Frantumata risulta, infatti, la struttura dell’opera di vetro dopo l’azione, materiale che diventa sinonimo delle emozioni umane (fragilità, trasparenza e rigidezza) di fronte ciò che accade nel mondo.

Autostrada Biennale – proprio per via della sua definizione di strada che collega le persone site in città diverse indipendentemente dalla loro nazionalità, religione o provenienza – ha istituito ben tre programmi educativi gratuiti tesi a coinvolgere un vasto pubblico col fine di eliminare confini e tabù insiti da sempre nella collettività. La mostra d’arte internazionale si arricchisce, così, di programmi formativi, progetti collaborativi, seminari, conferenze, visite guidate e laboratori coinvolgendo sia gli studenti (delle scuole e delle università) sia i loro genitori. Fin dalla sua prima edizione la biennale ha, infatti, incoraggiato dibattiti e movimenti volti a impiegare l’arte come forma di espressione aumentando l’influenza della manifestazione quale ampio strumento sociale per l’emancipazione e l’educazione.

AUTOSTRADA BIENNALE

a cura di Giacinto Di Pietrantonio

Artisti: Giulio Alvigini, Apparatus 22, Levent Butuci, Nemanja Cvianovič, Lana Čmajčanin, Mirza Dedač, Jan Fabre, Jakup Ferri, Lek M. Gjeloshi, Emre Hüner, Hristina Ivanoska, Lorena Kalaja, Sanja Latinović, Iva Lulashi, Fatmir Mustafa – Karllo, Orkide Collective, Anatoly Feliksovič Osmolovski, Adrian Paci, Tommaso Pincio, Sgomento Comics – Marco Mucci and Matteo Pomanti, Ilija Šoškić, Somer Şpat, Giuseppe Stampone, Lola Sylaj and Dardan Zhegrova, The Cool Couple – Niccolò Benetton and Simone Santilli, Francesco Vezzoli, Driant Zeneli.

dal 21 luglio al 21 settembre 2019

Prizren – Kosovo

sito: www.autostradabiennale.org

About The Author