Necessario in questi giorni è ricordare Pasquale Ribuffo, una delle figure più emblematiche dell’ambiene artistico bolognese, scomparso lo scorso 11 ottobre dopo un’intera esistenza dedicata all’arte contemporanea.
Fondatore nei primi anni ’60 della galleria De Foscherari assieme all’amico e socio Franco Bartoli, Ribuffo ha accompagnato, assieme al collega, il passaggio nel capoluogo emiliano di quei movimenti di neoavanguaria che hanno segnato il clima artistico nei primi decenni del secondo dopoguerra.
Pur mantenendo saldo infatti l’attaccamento alle figure consolidate dell’arte novecentesca come Klee, Ernst e Grosz, il lavoro della galleria De Foscherari ha rivolto notevole attenzione a quelle sperimentazioni che tra gli anni ’60 e ’70 hanno impresso una traccia indelebile all’arte del nostro occidente.
Assieme al contatto con i maggiori attori dei movimenti internazionali, come è avvenuto ad esempio nel 1967 con la mostra sulla Pop Art americana, il lavoro di Ribuffo e Bartoli ha spesso contribuito a delineare la storia dei movimenti artistici, o delle visioni critiche di allora, alla luce degli eventi espositivi a Bologna. Ciò è avvenuto ad esempio nel 1968 in occasione della seconda mostra italiana dedicata all’Arte Povera, a cura di Germano Celant, oppure nel 1974 con la mostra Eros Ghenos Thanatosa cura di Alberto Boatto. Tra gli interessi della galleria De Foscherari in riferimento al clima di questi anni figurano nfatti l’Arte Concettuale, l’Environment, la Pop Art, l’Arte Povera.
La ricerca sul contemporaneo, condotta dalla galleria di bologna attraverso eventi espositivi e produzione editoriale, prosegue instancabile nel corso degli anni successivi. In questo periodo De Foscherari assiste al crollo delle Neoavanguardie e segue quell’incrociarsi di esperienze che negli anni ’80 fluttuano tra l’interesse per le capacità evocative di forma e materia e il racconto del Postmoderno. Nel decennio seguente, accanto al consolidarsi delle collaborazioni iniziate nel passato, la galleria intercetta le numerose ricerche individuali che hanno avuto luogo dal dissolvimento delle correnti artistiche, tutte segnate da necessità di approfondimento teorico e da un rinnovato approccio intellettuale. Dagli anni vicini a quelli delll’apertura fino al periodo sopra descritto, ricordiamo in modo breve le collaborazioni con Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Antonio Del Guercio, Giorgio De Marchis, Piero Gilardi, Concetto Pozzati, Giosetta Fioroni, Germano Sartelli, Mario Ceroli, Emilio Scanavino, Luigi Mainolfi, Fabrizio Plessi.
Il lavoro in galleria di Pasquale Ribuffo ha visto il secolo concludersi e ha proseguito fino ai nostri giorni al fianco degli eredi, osservando l’elaborazione di quanto avvenuto nel passato in ambito espressivo e offrendo il supporto alle ricerche delle generazioni più giovani.
Nel padiglione 12 il premio Display è stato assegnato proprio alla Galleria de’ Foscherari di Bologna, in omaggio all’ultimo allestimento progettato, insieme ai figli Elena e Francesco e a Bernardo Bartoli, da Pasquale Ribuffo, straordinario protagonistadell’arte italiana degli ultimi quarant’anni, che mancherà a tutto il mondo dell’arte.