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Arte & Natura#0: Antitetiche Relazioni lungo l’Appia Antica

Il fascino della sfida, della scommessa, dell’impossibile conciliazione tra opposti spinge da sempre l’uomo a trovare un compromesso tra le parti. Il ritorno verso un contatto genuino con la natura, sembra essere una necessità indispensabile per la società, un’esigenza che si evince anche nelle opere di Giada Passaretti e Stefano Frascarelli, protagonisti della mostra Arte & Natura#0: Antitetiche Relazioni. 

Il lavoro di Stefano Frascarelli nasce dall’influsso dell’Action Painting di William Congdon, artista visionario e astrattista i cui soggetti, come afferma Clement Greenberg nel 1949 «sono solo vedute urbane e di edifici ed egli, al seguito di Klee, non disdegna la monotonia del loro impianto. Ma se l’impianto è monotono, non lo è altrettanto l’effetto. Questa composizione ripetitiva, all over, senza inizio né fine, è emersa già nel cubismo analitico e di recente nell’opera di pittori come Jackson Pollock, Mark Tobey, Janet Sobel». Stefano, avviatosi come autodidatta e riprendendo la lezione del maestro, propone paesaggi mentali ispirandosi a vedute reali e agli elementi che le compongono i cui connotati sono affidati totalmente al puro colore dello smalto. Tuttavia, egli si allontana da Congdon grazie all’utilizzo di una pittura maggiormente materica, più vicina a quella di Pollock, e totalmente astratta in quanto la riconoscibilità del dato reale è annullata rispetto alle opere del primo. Obiettivo di Frascarelli è ricomporre un paesaggio in cui i colori siano nettamente distinti dando luogo ad un orizzonte visivo dove cielo e terra, mascolino e femminino si confondono fino a fondersi l’uno nell’altro. Inoltre, il supporto plastico trasparente su cui le tinte sono adagiate non fa altro che ampliare quel senso di leggerezza, di libertà e d’illusione che caratterizza le sue opere. Osservando i suoi lavori lo spettatore potrà immergersi in essi ritrovando, attraverso la propria immaginazione, le fattezze dell’ambiente originario.

Se Stefano predilige stile e media innovativi come lo smalto ed il plexiglass, Giada Passaretti, vissuta in un contesto familiare colmo di stimoli creativi, utilizza le pratiche tradizionali della pittura, scultura e incisione per proporre un idioma particolarissimo dove la figura umana è rielaborata in termini geometrici e plastici grazie ad uno sguardo rivolto al cubismo e al fauvismo. Già a un veloce sguardo è possibile cogliere nei suoi lavori la visione incantata e gli accesi colori della Joie de vivre o le spigolose fattezze del mondo cubista di un Picasso d’inizio Novecento come Les Demoiselles d’Avignon. Mentre in altre sue opere è ravvisabile uno stile più dolce, fatto di forme allungate riconducibile, per certi versi, a quello di Modigliani. Sguardi amabili e visi che ci osservano, invitandoci ad entrare nel loro universo. Nei lavori di Passaretti è impressa l’urgenza primaria di un ritorno alla pura e semplice bellezza, alla belle époque, lontano dalle brutalità e dalla crisi che ci circondano. Nei suoi ritratti immaginari, infatti, Giada crea un mondo ideale e parallelo cui aggrapparsi e nel quale illudersi di vivere. Nonostante le opposte modalità linguistiche ed espressive, Stefano e Giada mettono lo spettatore di fronte a una possibile via di fuga dalla realtà attuale. Difformità fisicamente e volutamente accostate col fine di invitare l’osservatore a una riflessione sull’arte attuale, attivando in lui interrogativi fino a riconoscersi nell’uno o nell’altra proposta artistica. Due concezioni dell’arte messe a confronto per evidenziare come due artisti di una stessa generazione e vissuti nel medesimo contesto storico- culturale possano approdare a soluzioni contrarie. Modi differenti per far navigare la mente verso altri luoghi, altre situazioni. Del resto l’arte è colei che allieta lo spirito.

                                                                                                                    dal testo critico di Maila Buglioni

Arte&Natura#0. Antitetiche Relazioni è la prima mostra proposta dall’Appia Antica Art Project a cura di Maila Buglioni. Un progetto espositivo, sito nel contesto della regina viarium, che nasce con l’obiettivo di proporre al pubblico un innovativo concept, lontano dalla convenzionale e tradizionale mostra visibile in galleria.

 

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