Inaugurazione giovedì 23 luglio
26 luglio – 6 settembre 2015
Ascoli Piceno, Castelbasso, Pescara, tre mete contemporanee nel centro d’Italia: torna dal 26 luglio al 6 settembre 2015 ARTE in CENTRO, progetto nato nel 2014 per dare vita a un polo per l’arte contemporanea tra l’Abruzzo e le Marche.
Unendo tre esperienze già attive nei rispettivi territori, quelle dell’Associazione Arte Contemporanea Picena, ad Ascoli Piceno, della Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, a Castelbasso (Teramo) e della Fondazione Aria – Fondazione Industriale Adriatica a Pescara, il sistema di ARTE in CENTRO nell’estate 2015 si consolida ulteriormente, presentando un unico progetto curatoriale, condiviso in un percorso espositivo diffuso, che collega circa 7.000 Km quadrati.
A cura di Andrea Bruciati, la mostra – nelle sedi della Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno, di Palazzo Clemente e Palazzo De Sanctis a Castelbasso, del Museo delle Genti d’Abruzzo e dello Spazio Matta a Pescara – sviluppa il format di ARTE in CENTRO creando un ponte tra le radici territoriali e la ricerca contemporanea.
Il legame tra la contemporaneità, per definizione aperta a una dimensione internazionale, e l’identità dei luoghi, con il loro patrimonio culturale e ambientale, è la sfida sostanziale da cui prende forma anche questa edizione: “L’idea portante del progetto è infatti quella di creare un network che funga da laboratorio condiviso per un pensiero laterale volto ad impostare un vero e proprio cantiere in un dialogo quasi osmotico con il territorio. Laterale come periferico, periferico come differente: alterità intesa come qualità per una forte identità”, afferma Bruciati.
L’edizione 2015 di ARTE in CENTRO. Mete contemporanee diventa il contesto ideale per una “riflessione differente” sulla storia dell’arte italiana. Per esplorarla, il curatore prende spunto da una citazione da Acerba Etas, capolavoro incompiuto di Cecco D’Ascoli (1269 – 1327): “Qui non si canta al mondo delle rane”, già utilizzata dalla rivista avanguardistico-letteraria “Lacerba” (1913) quale motto di un rinnovamento di pensiero guidato dal genio creativo dell’artista.
Si parte così da tre maestri – Gina Pane, Gino De Dominicis, Pino Pascali – per rintracciarne le eredità nel lavoro di alcuni dei più interessanti artisti delle generazioni successive. Dal confronto emerge un gioco di corrispondenze e di sensibilità comuni che si offre anche come piattaforma di studio di una storia che, non ancora del tutto indagata, attraversa il ‘900 per arrivare ai nostri giorni.
Ogni maestro è visto in relazione anche ai diversi luoghi espositivi.
Gina Pane (Biarritz 1939 – Parigi 1990) trova la sua collocazione ideale nella Galleria Osvaldo Licini, nell’ex convento di Sant’Agostino di Ascoli Piceno, sede del suo dialogo con Yuri Ancarani, Francesca Grilli, Diego Marcon, Moira Ricci, Luca Trevisani.
Gino De Dominicis (Ancona 1947 – Roma 1988) abita la dimensione del borgo di Castelbasso, con i suoi Palazzi De Sanctis e Clemente, insieme a Thomas Braida, Luigi Presicce, Luca Vitone, Rosa Barba, Agne Raceviciute.
Pino Pascali (Bari 1935 – Roma 1968) si colloca nel contesto urbano di Pescara, nelle due sedi del Museo delle Genti d’Abruzzo e dello Spazio Matta, dove con lui si confrontano Pierpaolo Campanini, Federico Tosi e Invernomuto, Simone Berti, Rossella Biscotti.
Il laboratorio di ARTE in CENTRO sarà inoltre animato da una serie di incontri con gli artisti che avranno luogo nelle diverse sedi nel corso del mese di agosto e sarà accompagnato da un catalogo arricchito da un vasto repertorio iconografico.
Il percorso espositivo
Testo di Andrea Bruciati
Per quanto riguarda le due sedi metropolitane e urbane di Pescara si è pensato a Pino Pascali (Bari 1935 – Roma 1968), un artista eversivo ed estroverso, ancora misconosciuto che attua attraverso modalità ludiche la sua critica nei confronti della società massificata. Benché ritenuto il più importante esponente dell’arte Pop italiana a livello internazionale (fra le mostre: International Pop, Walker Art Center, 2015), egli tuttavia se ne discosta per dare una accezione rivoluzionaria delle ricerche poveriste a lui coeve. Caratterizzato da una artificialità ludica e da una tensione iperrealista verso la simulazione, l’artista impiega la materia primigenia quale dato significante per una rivalutazione dell’aspetto antropologico del suo dell’operato. In lui si combinano facilità e trasversatilità dei media impiegati, assemblaggio delle forme e un’attenzione all’aspetto comunicativo che evidenzia un’idea quasi pasoliniana di artista fattualmente integrato. In questa scia le opere pittoriche di grande qualità di Pierpaolo Campanini, che intende la pittura come assemblaggio, per un’idea di oggetto simulacro, sembrano dicotomiche rispetto agli espedienti di Federico Tosi, che ricorre alla radicalità della materia per un recupero antropologico della scultura.
Di contro Invernomuto, che conduce una libera interpretazione del reale per una critica dissacrante e affilata, risulta sulla stessa frequenza di Simone Berti che parte dall’azione performativa come atto condiviso per una ricerca del meraviglioso anche nel quotidiano, differenziandosi in questo dalla responsabilità della Storia, presente invece in Rossella Biscotti.
Differente e complementare per il suo isolamento, e ideale luogo per un’attitudine contemplativa grazie alla sua posizione, è Castelbasso con le sue due sedi: qui è Gino De Dominicis (Ancona
1947 – Roma 1988) il grande affabulatore. Un artista dissacrante e in controtendenza da sempre, connotato da un’ironia dissacrante, che si struttura mediante il gusto per il paradosso. Una figura laterale ed eccentrica che ha segnato una traiettoria distonica fin dalla fine degli anni Sessanta (fra le esposizioni: Arte Povera International, Rivoli 2011; MAXXI, Roma 2010). Grandi temi come l’atemporalità e la tensione di fronte ai fenomeni naturali sono le proiezioni cui si avvicina al fine di forzarne i limiti, quasi che il dato mistico tanto ricorrente nella sua produzione pittorica non bastasse a suffragare neanche attraverso la raffigurazione delle figure archetipiche e ieratiche, suo leit motif iconografico. Secondo questa accezione si muovono Thomas Braida, che grazie alla sua pittura visionaria anima una sceneggiatura brulicante e grottesca, mossa da un profondo senso del mistero e Luigi Presicce che denota la sua poetica come matrice per il mistico, secondo una visione del religioso quasi astorica. Parimenti si possono accostare sulle medesime frequenze di sfida le formulazioni di Luca Vitone che verte verso un neoconcettualismo crepuscolare, iconico e sintetico nel contempo, o quelle di Rosa Barba e Agne Raceviciute che sembrano riflettere sulla nostra dimensione, sfidando le leggi della temporalità.
Ultima, ma non meno importante colonna del progetto, è Gina Pane (Biarritz 1939 – Parigi 1990)
per la quale si è pensato alla città di Ascoli Piceno e alla sensibilità che permea la Galleria Osvaldo Licini. Voce fra le più autorevoli ed incisive delle istanze femministe degli anni Settanta (fra le rassegne recenti che ne hanno decretato la grandezza internazionale: Artevida, MAM, Rio De Janiero, 2014; Mart, Rovereto 2012) la sua è una poesia che prende corpo dalla fisicità ed è sempre concepita attraverso un cerimoniale di straordinaria compostezza e concentrazione, perfettamente studiata in ogni dettaglio e testimoniata per ricostruire, selezionare, scegliere, trasformare, in una parola “fare storia” e aprirsi alla continuità del futuro. Il valore dell’emotività e della fragilità quale forza e dimensione per poter ripartire dall’essenza; la propria testimonianza che invera ogni atto. Sulle medesime frequenze sono un videomaker come Yuri Ancarani, nel quale una sensorialità materica, accarezza l’immagine spesso rappresentata nella sua crudezza sociale, e Francesca Grilli che mutua una sorta di ricerca archivistica del sensibile, mediante l’innesto di materiali incongrui. Simile è il discorso improntato da Diego Marcon e Moira Ricci, che associano delicatezza a forza nel descrivere le emozioni più intime e Luca Trevisani, nel quale la materia si comporta come superficie osmotica e sensuale, mai priva di una certa organicità e leggerezza.
ARTE IN CENTRO. Mete contemporanee date: 26.07 – 5.09.2015
inaugurazione: 23.07 Ascoli Piceno – 24.07 Pescara – 25.07 Castelbasso (Te)
sedi:
– Galleria Civica d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini – Ascoli Piceno
– Palazzo Clemente, Palazzo De Sanctis – Castelbasso (Te)
– Ex mattatoio Matta, Museo delle Genti d’Abruzzo- Pescara
promosso da:
– Associazione Arte Contemporanea Picena, Ascoli Piceno
– Fondazione Menegaz per le Arti e per le Culture, Castelbasso (TE)
– Fondazione Aria – Fondazione Industriale Adriatica, Pescara
opere di:
Gino De Dominicis
Gina Pane
Pino Pascali
artisti invitati:
Yuri Ancarani, Rosa Barba, Simone Berti, Rossella Biscotti, Thomas Braida, Pierpaolo Campanini,
Francesca Grilli, Diego Marcon, Invernomuto, Luigi Presicce, Agne Raceviciute, Moira Ricci,
Federico Tosi, Luca Trevisani, Luca Vitone.
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