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Arte e Sperimentazione. 10 anni di Casa Sponge

Casa Sponge celebra le sue dieci stagioni d’arte, che sempre si sono contraddistinte per sensibilità e vivacità di intenti, con la mostra Casa Sponge 10. Arte e sperimentazione nel segno della collettività, con l’apertura di una seconda sede e con la presentazione del libro “Sponge, un sogno che a,m,o”.

La grande collettiva, prorogata fino al 28 Gennaio 2018, vuole concretare i principi moventi che sottendono al fare tutto di Sponge: la volontà di rottura delle rigide maglie dell’arte contemporanea, di un dialogo sincero ed orizzontale tra artista e curatore, di attivismo e presa di coscienza del ruolo che oggi l’artista riveste. “Casa Sponge 10. Arte e sperimentazione nel segno della collettività” è volutamente divisa in tre sezioni: Scelti negli anni – Max Bottino, Tiziana Cera Rosco, Pierluca Cetera, Rocco Dubbini, Vincenzo Marsiglia, Roberto Paci Dalò, Jasmine Pignatelli, Filippo Riniolo, Piero Roi, Francesca Romana Pinzari, Giorgia Severi, Mona Lisa Tina, Cristina Treppo, Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi – , Performance – Cristina Núñez, – e Project Room – Angelo Bellobono, Filippo Berta, Bianco-Valente, Roberto Coda Zabetta, Stefania Galegati, Andrea Nucciarriti, Isabella Pers, Tiziana Pers, Giuseppe Stampone – come un’architettura polimorfa ed accattivante.

Abbiamo interloquito con alcuni degli artisti partecipanti (Antonio Bardino, Pierluca Cetera, Vincenzo Marsiglia, Cristina Núñez, Roberto Paci Dalò, Cristina Treppo) chiedendo loro di esprimere cosa relaziona il loro sentire e il lavorare a Casa Sponge.

Redazione. Casa Sponge festeggia le sue 10 stagioni e lo fa con la mostra “Sponge 10. Arte e sperimentazione nel segno della collettività”. Nel sovvertimento dei luoghi tradizionalmente deputati dal sistema dell’arte contemporanea e nella volontà di progettualità di costruzione di senso, cosa rappresenta per te Casa Sponge, vera “periferia del presente”?

Pierluca CeteraPer me Casa Sponge rappresenta uno spazio in cui sperimentare e amare l’arte in libertà, lontani da modalità e mode. Il mio primo contatto con è avvenuto attraverso la visione del docuvideo di Alessandra Galletta su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=IOtNNbXxQOI ), mi colpì molto la personalità di Giovanni Gaggia e le sue parole :” Le persone arrivano si siedono, gli viene offerto un bicchiere di vino o un caffè e si chiacchiera. Questa è la prima cosa che ci interessa: il tavolo di incontro e di discussione, da lì, poi, nasce tutto il resto.” Il mondo dell’arte a cui ero abituato non si soffermava sulla discussione. Ho conosciuto Giovanni attraverso facebook e lui mi ha proposto di esporre da Sponge. Immediatamente mi sono sentito libero di poter realizzare qualcosa che poteva essere sconveniente per altre gallerie d’arte. Sponge si trova a Pergola, un paesino sperduto nelle Marche, che io già avevo frequentato perché lì ci abita Davide Quadrio, noto curatore di arte e di eventi, che io avevo conosciuto in occasione di una mia personale nel suo spazio Biz-Art di Shanghai nel lontano 2003. La prima riflessione che mi è venuta in mente dopo la “scoperta” è che per promuovere l’Arte non serve essere necessariamente a New York, Londra, Berlino, ma lo si può fare anche in un piccolo centro di campagna. Ciò che conta per diffondere l’Arte è essere “contagiosi”, questo è l’aggettivo che mi viene in mente pensando a Giovanni Gaggia, la sua frenesia e il suo attivismo, è partito da Pergola e si è sviluppato in ogni angolo d’Italia ormai, ben presto, sono certo, valicherà anche i confini nazionali. In fondo con Sponge, Giovanni continua il sogno di Vincent Van Gogh, di creare uno spazio alternativo a mode e mondanità, attento solo all’Arte e alle idee ad essa connesse. Infatti, peculiarità di Sponge è che Giovanni sia innanzitutto un artista, non un mercante o un imprenditore. Prima l’Arte, poi tutto il resto.

Antonio BardinoLa periferia non è solo uno spazio geografico, molto spesso i contenitori dell’arte contemporanea prendono la scena ai contenuti. Casa Sponge è un luogo particolare, dove è possibile riflettere un modo diverso sul proprio lavoro. Casa Sponge è un ponte radio senza interferenze, ci si arriva contemplando il paesaggio e la natura, niente di più contemporaneo.

Cristina Treppo.Non un luogo neutro. Negli anni si sono stratificati ricordi legati a Casa Sponge che generano emozioni. Il mio lavoro più volte esposto lì è entrato in contatto con una realtà abitata, densa di presenze e passaggi. È un luogo di affezione.

Vincenzo MarsigliaCasa Sponge, ha rappresentato e rappresenta un luogo di confronto sia artistico che umano. Una fucina di idee che possono concretizzarsi attraverso un viaggio condiviso. Un luogo dal silenzio assordante che dà modo di far osservare e meditare riguardo all’opera e all’operare, inoltre ha il potere di creare una connessione con se stessi nell’atto di valutare le scelte relative al mondo artistico. I confronti con le persone che gravitano nel grande porto chiamato Casa Sponge danno vita a un mondo da esplorare coralmente, come una grande spedizione alla scoperta di luoghi sconosciuti. Per concludere la visione: Casa Sponge = connessione + esplorazione

Roberto Paci Dalò. Come il presente, anche la periferia non esiste. Non è mai esistita. L’accezione subdolamente negativa che viene data al vocabolo, è sovvertita da tutto quello che è successo nel tempo proprio nei luoghi “non centrali”. L’Italia è un paese senza metropoli. Nella maggior parte dei casi si può parlare di agglomerati di villaggi senza un pensiero urbanistico e mal collegati tra di loro; dove spesso quello di buono che succede è inghiottito da se stesso, reso invisibile e scollegato dalle persone. Realtà come Sponge – semplicemente con la presenza – testimoniano della vastitudine delle possibilità al di fuori dei luoghi comuni psicogeografici. Vicinanza, lontananza, prossimità, centralità, margine, minore, maggiore, piccolo, grande. “Alla domanda: – Vai dunque laggiù? Come sarai lontano!, un ebreo risponde: – Lontano da dove?”

Cristina Núñez. Casa Sponge è il luogo dove il pensiero e l’azione artistica emergono dalle profonde radici dell’essere umano e della terra che lo accoglie: l’arte contemporanea come processo organico, naturale, umano, emotivo e spirituale. Intorno a questo luogo e lasciandosi ispirare da queste premesse, gli artisti accolti da Sponge sono coinvolti pienamente, e le loro opere cambiano quasi il senso, e rientrano a far parte del processo collettivo ed evolutivo.

Il video della Performance Corpo Politico di Cristina Núñez e Giovanni Gaggia su Segno TV

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