Un senso di isolamento, di malinconica solitudine esistenziale, pervade i due ambienti della galleria Muratcentoventidue a Bari. È questa temperatura intimistica la cifra della collettiva: Around myself, curata dalla gallerista Angela Gonnella.
Cinque artiste, tutte donne provenienti da diversi paesi, ci introducono nella profondità di un viaggio “intorno a sé”, che in qualche modo ci coinvolge tutti. La telecamera ricorre qui spesso come specchio, medium di carattere diaristico. Nella proiezione tripla della francese Muriel Montini aleggia un clima di incomunicabilità (citazione di un certo cinema italiano, Antonioni in particolare) che accompagna le ermetiche non azioni di una protagonista femminile colta in una chiusa realtà domestica. Gioca sul contrasto tra inquadratura fissa e oggetti in movimento la narrazione sempre al femminile dell’irachena Parisa Ghaderi. Mentre la portoghese Margarida Paiva riprende fantasmatici sdoppiamenti di passanti in un algido e innevato scenario nordico boschivo. L’impressione di straniamento, con una punta più evidente di ironia, si ritrova nel gesto bloccato e irrealisticamente sospeso a mezz’aria o nell’enigmatica valigia bianca al centro di due stanze vuote nelle foto di Sissa Micheli. Claudia Maina ci riporta infine alla fisicità fragile di una installazione plastica con stilizzati omini fatti di legnetti in miniatura intrappolati dentro contenitori in vetro che li separano, anche metaforicamente, gli uni dagli altri.