Palazzo Ardinghelli sarà la nuova sede del museo capitolino dedicato alle arti del XXI secolo: uno storico immobile settecentesco che rinasce dopo uno scrupoloso e lungo restauro effettuato grazie al generoso contributo della Federazione Russa e frutto di otto anni di lavoro certosino degli esperti e dei tecnici dei Beni culturali del territorio. Un ripristino che ha contribuito a riportare ai suoi splendori l’edificio progettato dall’architetto romano Francesco Fontana, figlio del celebre Carlo, divenuto nel tempo simbolo del barocco locale ma caduto in disuso nel corso dei secoli, un abbandono aggravato dai danni subiti a causa del disastroso evento tellurico del 2009. Tuttavia, il prestigioso palazzo ha una collocazione strategia nella città in quanto risiede nel suo cuore e a pochi passi dall’Università degli Studi dell’Aquila.
Per approfondire l’argomento ho intervistato Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte.
Maila Buglioni. Dopo ben dieci anni dall’apertura il MAXXI si apre ad una nuova sfida inaugurando una sede extra-regionale a L’Aquila, città degna di nota dal punto di vista culturale e che, tuttavia, dopo il sisma del 2009 ha arrancato a ripartire da molteplici punti di vista. Quali sono i motivi che risiedono dietro la scelta di aprire una vostra nuova sede nel capoluogo abruzzese?
Bartolomeo Pietromarchi: Tutto è nato dalla volontà del MIBACT e del Ministro Franceschini che, a seguito della ristrutturazione del Palazzo Ardinghelli avvenuta grazie al contributo economico della Federazione Russa, hanno deciso la destinazione di tale immobile come museo piuttosto che uffici pubblici con l’intenzione di dare un forte segnale di rinascita culturale alla città. Da questa esplicita volontà politica noi, in quanto MAXXI, abbiamo accettato di buon grado tale sfida. Una sfida che sta arrivando al termine in quanto il 30 ottobre inauguriamo il nuovo museo.
L’intera intervista sul numero 278 della rivista Segno.