Celata tra le caotiche strade di Roma nord l’esposizione K466 Allegro assai di Antonio Ambrosino (Napoli, 1982), a cura di Massimo Bignardi, conduce l’osservatore ad immergersi in una visione dell’arte intima ed essenziale.
Visibile al Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi di Sarro di Roma fino al 16 novembre, la mostra – già presentata all’Istituto Italiano di Cultura a Colonia nell’autunno del 2017 e al Museo-FRaC di Baronissi nella primavera del 2018 – si articola in tre differenti movimenti evidenziati attraverso la disposizione dei lavori in tre sale attigue. Il termine “movimenti” è qui consapevolmente scelto in risonanza con la struttura del concerto n.20 di Mozart che dà titolo all’esibizione, opera lirica molto cara all’artista in quanto trasposizione in note musicali del tormentoso processo da cui è generata l’opera d’arte.
Nel complesso K466 Allegro assai propone l’ultimo decennale sviluppo della ricerca artistica dello scultore campano.
Nella prima stanza l’installazione Kronos 2018, nata da un’emozionata riflessione sulla vita deframmentata nei singoli momenti che la caratterizzano, si compone di un intervento su carta a parete e di circa sessanta sculture su basi esagonali in legno che, dislocate a terra, invitano lo spettatore a vivere lo spazio. Quest’ultime appartengono alla serie “frammenti di tempo” (eseguite dal 2003 ad oggi) e sono realizzate in terracotta, maiolica e terracotta smaltata a freddo.
Dal semibuio del secondo vano emergono tre sculture di piccole dimensioni color cobalto realizzate in EPS e resine sintetiche con finitura floccata (velluto al tatto) appartenenti al ciclo attimi in blu realizzato dal 2017. Delicati frammenti segnici che sembrano apparizioni originate da un’ignota fonte luminosa e che richiamano, come afferma il curatore nel catalogo, «la gestione del segno dinamico […] adottato da Amerigo Tot per le formelle a bassorilievo con “ventagli” a spirale proposti nel controsoffitto della Sala della Vittoria (1959) del Palazzo della Farnesina a Roma […]».¹
Infine, nella serie nosce te ipsum (2018) – recentissimi lavori ideati da Ambrosino ed eseguiti in acrilico, sabbia, terra e resina su carta d’Amalfi, legate a legni delle Dolomiti – ritorna il riferimento al numero tre, cardine su cui ruota tutto il percorso espositivo. Il piccolo ambiente ospita sulle pareti tre diversi momenti, summa di una lunga operazione di autocoscienza che inizia da una singola opera per poi svilupparsi nei tre lavori ad estensione orizzontale e concludersi in una complessa quadreria composta da elementi di varie grandezze e tonalità che danno vita ad un ritmo cadenzato e all’equilibrio visivo che vige in tutta la mostra. Inoltre, in quest’ultima composizione è resa tangibile l’attenzione dell’artista nei confronti dei materiali impiegati per effettuare giochi di camouflage. Avvicinandosi è, infatti, possibile osservare e percepire le singole venature lignee idealmente create attraverso la pittura, tanto astratte quanto da risultare reali alla vista.
Il continuo rimando al mondo della musica e dei numeri mette a nudo reminescenze biografiche di esperienze vissute dapprima nel contesto napoletano – dove si forma in ambiente orafo e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli diplomandosi in scultura – e successivamente in ambiente montano, K466 dal 2011 vive e lavora a Serdes, frazione del comune di San Vito di Cadore (BL).
1.Massimo Bignardi (a cura di), Antonio Ambrosino K466 Allegro assai, Antiga edizioni, Crocetta del Montello (TV), 2017.
Antonio Ambrosino “K466 Allegro assai”
a cura di Massimo Bignardi
fino al 16 novembre 2018
Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi di Sarro
orario: mart-sab 16:00 – 19:00
via Paolo Emilio, 28 – 00192 – Roma
info: tel. +39 06 3243513
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