È ancora una volta il Magazine del Corriere della Sera, con la giornalista Francesca Pini, a darci importanti anticipazioni nel mondo dell’arte, così com’era stato per il rifiuto di Kounellis di esporre una sua opera alla mostra Italics di Bonami.
Questa volta ci parla invece della 53esima Biennale di Venezia, indicandoci la top list dei sedici artisti prescelti da Luca Beatrice, curatore del nuovo Padiglione Italia. Che sarà all’Arsenale e non più ai Giardini, forte di 1800 metri quadrati, mille dei quali guadagnati con l’inglobazione di un nuovo edificio, uno spazio evidentemente commisurato al folto gruppo di opere commissionate per l’occasione da Luca Beatrice.
I nomi? Eccoli: Basilé, Elisabetta Benassi, Bertozzi e Casoni, Berruti, Bolla, Chia, Cingolani, Demetz, Daniele Galliano, Lodola, Montesano, Nido, Pignatelli, Sissi, Verlato. Una lista alla quale potrebbe aggiungersi forse qualche altro nome last minute, come quello del palermitano Bazan, Pusole, Damioli, Coda Zabetta. Grande ritorno della pittura alla Biennale, a cominciare proprio da Chia che, interpellato dalla giornalista Francesca Pini, parla di Luca Beatrice come di un uomo di genio e curatore coraggioso. Certo queste presenze alla Biennale suggellano il “ritorno all’ordine figurativo” di questi ultimi tempi, e che ha sempre avuto in Luca Beatrice un fervido assertore. Ritorno in linea anche con certi desiderata del Ministero, che perfino ipotizzava un omaggio a Cascella (peraltro Matteo Basilé è un discendente proprio di quella famiglia di artisti, ma nulla osta a essere figli d’arte, soprattutto se bravi come lui). Nell’articolo si parla di “intento polifonico della partitura artistica” studiata dal curatore, in netta contrapposizione con quella di Ida Gianelli fatta nel 2006. La papessa dell’arte contemporanea, allora ancora direttrice del museo Castello di Rivoli, scelse solo Penone e Vezzoli. Sarà meglio esserci o non esserci in quel Padiglione Italia, si chiede Francesca Pini, sarà stato più facile scegliere due soli artisti a rappresentare il nostro Paese a Venezia, o più facile sceglierne una ventina, allestendo in pratica una collettiva? Certo la cosa più sorprendente è che Luca Beatrice, a soli cinque mesi dall’inaugurazione, non si limiti all’esclusiva organizzazione del “suo “ Padiglione Italia, ma abbia accettato ( o mantenuto l’impegno) di curare anche una mostra (una collettiva di pittori italiani, per l’appunto) in una galleria privata milanese, quella di Antonio Colombo. Appuntamento a Venezia al 7 giugno, se prima di allora non ci saranno altre novità imprevedibili.