Un compleanno ad Arte quello che Grazia Varisco ha festeggiato lo scorso 5 ottobre a Milano inaugurando la sua prima mostra personale nello spazio dell’Impluvium al primo piano de La Triennale. Un omaggio che Milano fa a una Artista che rappresenta a oggi un riferimento significativo nell’ambito della ricerca ‘cinetica’ e d’avanguardia. Un Artista di senso si può certo dire, sostenitrice dell’interazione dei sensi nell’acquisizione di esperienza, coscienza e conoscenza del mondo che ci circonda.
Allineamenti scorrevoli ricorrenti, titolo dell’esposizione in corso fino al 10 novembre 2017, a cura di Elena Volpato sotto la Direzione artistica di Edoardo Bonaspetti, curatore de La Triennale, presenta una serie di lavori che abbracciano un arco cronologico che va dai primi anni Ottanta, con opere come gli Gnomoni, fino a lavori recenti come opere della serie dei Quadri comunicanti e dei Ventilati del 2015. La Varisco ha voluto dedicare la mostra a Guido Ballo che le fu maestro e seppe sostenere i suoi primi passi dell’arte programmata degli anni Sessanta di cui fu pioniera accanto a nomi quali Gianni Colombo, Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gabriele Devecchi, all’epoca giovani ‘cinetici’ del Gruppo T (Tempo) che diedero vita alla produzione di opere e ambienti in cui il ruolo dell’osservatore divenne centrale. Il percorso espositivo a La Triennale si presenta come una installazione unitaria, un dialogo fluido e scorrevole che procede lungo un’asse orizzontale. Una linea di segmenti interrotti che squadra il perimetro della sala in un’alternanza poetica di luce liquida che scivola e si muove a passi di danza. La geometria da piana spazia nella tridimensionalità che diviene intricata ma flessibile, lo sguardo si snoda attraverso il movimento della forma che lievemente disegna lo spazio e conduce l’osservatore al movimento visivo e al contempo fisico. ‘Una semplicità capace di esprimere la dinamica della vita’, così Balbo, già nel 1972, si esprimeva in merito al lavoro di Varisco. Cosi, all’interno di questo semplice ma, intricato e intrigante gioco di spazi, forme e linee geometriche ci si sente partecipi di un divertimento percettivo che mette a confronto una casualità e un controllo, siamo in bilico su quel filo rosso che, seppur rigido e ben allineato, suggerisce la precarietà e provvisorietà di una condizione che anche nella sua allineata fissità non trova quiete. Lo spazio diviene luogo in cui l’essenziale si esprime e lascia il posto alle innumerevoli possibilità emotive, le connessioni si moltiplicano in una successione di piani continui che ricorrono scorrevoli, vuoti e linee che si incontrano in un armonico dinamismo scenico.
Allineamenti scorrevoli ricorrenti –nelle parole della curatrice- intende restituire appieno la sapienza con cui l’artista riesce a forgiare spazi e tempi variabili, trattenendo l’opera in uno stato di disequilibrio poetico, dove il metallo appare liquido, l’ombra è corpo scultoreo, il filo rosso di una delle opere sembra distendersi nel tempo più ancora che nello spazio e la ratio geometrica di tutti i lavori si mostra limpida, coerente, eppure sembra decisa dal soffio del vento.
Grazia Varisco è nata a Milano dove vive e lavora. Dal 1956 al 1960 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, allieva di Achille Funi. Partecipa alle ricerche sulla nuova tendenza dell’arte programmata, così definita da Bruno Munari, e istituisce insieme a Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele Devecchi, il Gruppo T, promuovendo il movimento di avanguardia. Il primo manifesto simbolo del Gruppo T recitava: «vediamo la realtà come continuo divenire di fenomeni che noi percepiamo nella variazione». In questo primo periodo partecipa a numerose mostre intitolate “Miriorama” e nel 1962 partecipa alle mostre Arte Programmata, organizzate da Bruno Munari, con introduzione in catalogo di Umberto Eco, a Milano, Roma, Venezia. Conclusasi l’esperienza del gruppo, dalla metà degli anni sessanta Grazia Varisco continua la sperimentazione e l’attività di esposizione in modo indipendente. Dal 1961 al 1967 collabora con l’Ufficio Sviluppo de la Rinascente a Milano, svolgendo attività di progettazione grafica. Varisco ricorda con emozione quegli anni che gli hanno permesso di entrare in contatto con i maggiori architetti del momento e personaggi fondamentali per la sua formazione come Bruno Munari. Alla fine degli anni ’60 soggiorna per un anno negli Stati Uniti, in Ohio, dove ha l’opportunità di frequentare artisti e docenti dei Departments of Fine Arts che contribuiranno alla sua formazione artistica e a sviluppare la sua notevole attività espositiva e notorietà a livello internazionale.
Nel 2007 è stata insignita del premio dell’Accademia Nazionale di San Luca.
Grazia Varisco | Allineamenti scorrevoli ricorrenti
A cura di Elena Volpato
Direzione artistica Edoardo Bonaspetti
fino al 10 novembre 2017
La Triennale di Milano
Viale Alemagna 6 Milano,
Ingresso libero
Orario visite: dal martedì alla domenica ore 10.30 – 20.30
Immagine di apertura: Grazia Varisco. Quadri comunicanti Filo Rosso, 2008. ph. amaliadilanno
photogallery by Amalia Di Lanno