Milano. La Fondazione Carriero celebra l’artista Lygia Pape, a quindici anni dalla scomparsa, con una mostra che ripercorre la sua carriera dal 1952 al 2000.
Nata in Brasile nel 1927 la Pape si aggrega, giovanissima, ad un gruppo di artisti brasiliani che, negli anni Cinquanta, recepiscono i fermenti culturali in arrivo dall’Europa. L’interesse per i processi dell’astrattismo geometrico, del costruttivismo russo e del neoplasticismo, viene riformulato in relazione al contesto socio-politico brasiliano, con la stesura del Manifesto del Neoconcretismo. Nelle opere della Pape questa opposizione alla serialità e alla freddezza delle opere concrete si traduce in una serie di disegni geometrici volti a coinvolgere lo spettatore, attraverso la creazione di opere uniche in cui vengono interessati tutti i mezzi percettivi.
L’elemento emotivo caratterizza la sua proposta modernista, peculiarità posta in risalto nella scelta allestitiva formulata dal curatore, Francesco Stocchi. Il percorso si articola in modo dinamico tra le sale, nel tentativo di stimolare l’interesse del visitatore, attraverso una vasta scelta di opere realizzate dall’artista, come la serie Tecelar: xilografie su carta giapponese degli anni Cinquanta, in cui forme naturalistiche sono tradotte in segno.
Dallo sforzo immaginativo richiesto allo spettatore ne deriva il suo coinvolgimento, che prosegue con il superamento della bidimensionalità in una serie di tavole in cui la sovrapposizione di tasselli lignei crea dinamismo.
Tale coinvolgimento prosegue con le opere: Livro da Criação e Livro Noite e Dia, lavori che invitano lo spettatore ad addentrarsi nella lettura del segno geometrico, nell’astrazione. I libri si prestano a letture personali, a partire da quella dell’artista che, per esempio per ‘Criação’, intende la creazione del mondo ma consiglia lo spettatore a riflettere sul tema della creazione in rapporto alle proprie esperienze vissute.
Il picco partecipativo viene toccato nell’ultima sala, dove è installata una delle sue opere più identificative Ttéia 1, C, del 2000, in cui riesce a vivificare le linee finora riportate su vari supporti. La ‘rete’ è composta da fili dorati che seguono forme geometriche e si muovono dinamicamente dal soffitto al pavimento. Questa sorta di prisma si inserisce in un ambiente scuro, in cui la luce gioca un ruolo fondamentale, crea un dialogo con i fili dorati che carica di valori e significati, interagendo con lo spettatore in relazione al suo punto di vista all’interno della stanza.
L’abbondanza di opere vuole descrivere esaustivamente la sua produzione, così accanto sculture, carte e collages si inseriscono ulteriori supporti come foto e video.
La mostra non vuole ripercorrere cronologicamente il percorso artistico della Pape, ma illustrare la sua propensione alla sperimentazione dei vari linguaggi visivi del tempo, sottolineando la posizione di resistenza nei confronti di un contesto di dittatura ed oppressione nel quale si trovò ad operare, in continuità con la vocazione della Fondazione Carriero, le cui mostre trascendono tempo e spazio in favore della valorizzazione di artisti conosciuti o dimenticati.
Lygia Pape
Fondazione Carriero
Via Cino del Duca 4 – Milano
Aperto tutti i giorni con ingresso libero dalle 11:00 alle 18:00 (chiuso lunedì)
Fino a domenica 21 luglio 2019