Rappresentare un elemento inafferrabile come il vento: questo è l’obiettivo dell’artista siciliano Alessandro Piangiamore che, per il secondo progetto 2013 di Der Blitz del MAG Museo Alto Garda, propone un lavoro che è oggetto di una sua residenza estiva nella zona dell’Alto Garda e che, da 12 ottobre al primo dicembre sfocia nella mostra Tutto il vento che c’è allestita alla Galleria Civica G. Segantini di Arco a cura di Veronica Caciolli, Denis Isaia e Federico Mazzonelli in collaborazione con Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Tutto il vento che c’è è una tappa di un progetto più ampio che l’artista porta avanti in tutto il mondo per indagare e rappresentare i principali venti del pianeta: si tratta del risultato di un’operazione concettuale iniziata dall’artista nel 2008 con una schedatura di tutti i venti che spirano nel pianeta, redatta con una paziente indagine svolta incrociando fonti sia scientifiche sia della tradizione folcloristica.
L’obiettivo principale consiste nel realizzare una sorta di ritratto per ogni vento che soffia, attraverso delle sculture prodotte di volta in volta con la terra dei luoghi specifici ed esposte poi al relativo vento. Ciò che determina lo “status” di ritratto di queste sculture è rappresentato non tanto da quello che ne rimane, quanto più da ciò che da esse sparisce. Il risultato finale è ogni volta imprevedibile ed irripetibile.
In questo progetto, come nel resto della produzione di Piangiamore, emerge la ricerca di immagine archetipica, attraverso l’uso in questo caso di una materia concreta come la terra e un’altra assolutamente effimera qual è il vento. Nel periodo della mostra verrà attivato un ciclo di incontri e conferenze volto ad approfondire le tematiche indagate a livello artistico.