Da molti anni, la Casa Vinicola Torre a Fornello-Vigna delle Arti di Enrico Sgorbati, ospita nella propria collezione permanente d’arte contemporanea, opere di artisti storicizzati quali Franco Vaccari, Giuliano Mauri, Alberto Gianfreda, Aldo Spoldi, Paolo Poggioli, William Xerra e giovani artisti dell’Accademia di Brera, provenienti soprattutto dal Biennio della Terapeutica Artistica diretto da Tiziana Tacconi e Laura Tonani, quali Lilia Ruocco, Lenia Georgiou, Krissa Plakioti.
Le Precedenti edizioni curate da Margherita Labbe, Deus ex Machina dell’iniziativa, hanno visto la partecipazione curatoriale di Valerio Ambiveri, Ada Ghinato, Chiara Giorgetti.
Il tema, il pretesto della mostra di quest’anno, è stato l’Alchimia, già tema della Biennale di Venezia del 1986, parola tratta dall’arabo, al-kīmiyā’ ovvero, ‘pietra filosofale’, già nota nel latino medievale come Chimia, Chimica, Tecnica. La parola dunque, di origine araba, presente nel vocabolario italiano per definire la ‘chimica’, ovvero, quella relazione materiale, che però allude a relazioni di tipo spirituali e psicologiche, in ordine al cambiamento di stato che ciascuna materia attraverso la mano e la mente dell’artista realizza a partire da ciò che incontra, è stato il tema dell’appuntamento del 2017.
Una esposizione sulle fasi e ritmi della vita, dalla terra alla trasformazione metafora di tutte le trasformazioni che ci attraversano.
Nella Cantina/Galleria d’arte, abbiamo avuto interventi di cinque artisti giovani, ma non meno preparati dei Maestri ospiti della collezione permanente. Parliamo di Francesco Fondacci, che ha esposto delle fotografie, tra le quali una di rara bellezza che rappresenta Il fegato di Piacenza. Giulia Merli che ha proposto una installazione con con dei gusci come degli Acini d’uva giganti all’interno dei quali una foglia d’oro non era altro che metafora del mosto che diventa libagione sacra; Letizia Huancahuari Tueuros, che ha presentato Trasmutazione, una interessante installazione di libri d’artista e legname. Infine Gloria Marsili Opus ha presentato una installazione praticabile, dove al corpo del visitatore viene restituita memoria, attraverso una sorta di diario pensile. Conclude l’esposizione Irina Pinelli che attraverso dei calchi dal vero su donne incinte, rappresenta in maniera emblematica La madre terra, le generazioni future. Una mostra da non perdere, aperta fino al 05 Novembre 2017.
Nicoletta Braga