Alle pareti della raccolta galleria Microba a Bari (in collaborazione con l’associazione culturale Achrome) dipinti e disegni di medie e piccole dimensioni si affastellano in un caos ordinato e stilisticamente variegato. L’allestimento, adattato allo spazio da Adriano Annino in sinergia col curatore della mostra Nicola Zito, restituisce la temperatura complessa di un racconto multilivello, che si snoda tra citazioni alte e rielaborazioni popular, tra speculazione colta e ironia giocosa. Protagonisti della storia sono tre giovani personaggi, alquanto improbabili insieme. Moll e Tom sono tratti dal contesto satirico di due cicli pittorici del pittore settecentesco inglese William Hogarth (“La carriera di una prostituta” e “La carriera di un libertino”). Da alcuni di questi quadri (e altrove da Otto Dix) l’artista napoletano a Milano – classe 1983, con una formazione umanistica e studi al Conservatorio – parte per dei remakes che rendono più sciolta e nervosa la pennellata degli autori originali, a loro volta campioni di una critica corrosiva nei confronti della società del tempo.
Nei bozzetti preparatori la libertà del segno si fa più estrema e fresca. In contrasto con la stilizzata pulizia del terzo personaggio, Marco: protagonista di alcune vignette tratte da una piccola guida contro i pericoli di incidenti domestici commissionata dalla regione Marche ai genitori dell’artista (professore alla Facoltà di Medicina lui, architetta lei) e disegnati dalla madre. Il mix impossibile riesce, come conferma la video animazione con i magnifici tre. Accomunati dall’esito infausto delle rispettive azioni, disincantato epilogo di un tentativo fallito di apologia morale che, sottolinea Zito, “non mette al riparo (amara e realistica riflessione di fondo) da tutte le diverse quanto inaspettate insidie della vita”.