Nel “Registro delle assenze” è stato scritto oggi (2 dicembre 2017) il nome di Tino Stefanoni, l’artista (nato a Lecco nel 1937) che dagli anni Sessanta ha conquistato con la sua arte, semplice e diretta, l’attenzione del pubblico e della critica. Il suo lavoro ha sempre guardato al mondo delle cose e degli oggetti del quotidiano, proponendoli nella loro disarmante ovvietà: una “pittura concettuale” che usava come mezzo, non come fine. “ Il suo lavoro – ha scritto di lui Elena Pontiggia – Ha sempre guardato al mondo delle cose (…) a differenza del mondo animale e del mondo vegetale che non sono di pertinenza dell’uomo, il mondo delle cose è invece di sua assoluta pertinenza ed è l’unico segno tangibile della sua esistenza.”
Tino è stato un buon amico, generoso e leale. Lucia ed Umberto e tutti quelli che su Segno hanno scritto o parlato di lui lo ricordano con affetto.
Proprio in questi mesi a Tino Stefanoni è stata dedicata una grande antologica al Palazzo delle Paure di Lecco e il prossimo 7 dicembre la stessa mostra Pittura oltre la pittura approderà negli appartamenti Storici del Settecento Retrostanze della Reggia di Caserta dove sarà presentato il catalogo edito da Umberto Allemandi & C che raccoglie e ordina la sua intera opera curato da Valerio Dehò ed Elena Pontiggia, e con un saggio di Arturo Schwarz. Oggi questo catalogo assume un valore speciale eincommensurabile.