Ho conosciuto Luigi e il suo lavoro casualmente, un comunicato stampa arrivato in redazione lo scorso anno mi ha incuriosito. Era di quelle mostre delle quali non avremmo mai parlato perché non in una galleria ma in un locale, una birreria. Ma guardando i disegni di Luigi Ravasio ero catturato da quelle sue geometrie coinvolgenti mai viste. Ho fatto una ricerca e mi sono accorto che non aveva un sito, che, a parte le cose apparse sui giornali bergamaschi, non si parlava di lui sulle riviste di settore e, soprattutto, non aveva avuto ancora una mostra degna dei suoi lavori.
Qualche giorno dopo vengo contattato dalla figlia che mi ringrazia della pubblicazione e mi invita ad approfondire la conoscenza dell’opera di questo “giovane” artista ottantasettenne bergamasco. Lo incontro così nel suo studio nel centro storico di Bergamo dove centinaia di disegni, ben custoditi e archiviati metodicamente, mi travolgono emotivamente. Troppo facile e scontato il riferimento al Sant’elia, i disegni e le pitture di Luigi Ravasio hanno un coinvolgimento quasi psichedelico. I colori sono sempre accostati con scientifica ricerca e le geometrie, in particolar modo le spirali, sono costruite con ben precise regole matematiche. Il risultato è comunque di grande effetto e non annoia.
L’ultima sua mostra a Cagliari, nella hall dell’Hotel Italia, dove la direttrice Alessandra Boi e la curatrice Rita Grauso stanno portando avanti un interessante percorso di mostre di artisti contemporanei.
Ieri, in silenzio, con la sua eleganza se n’è andato. Ciao Luigi.