Al Museo di Casa Robegan di Treviso fino al 24 agosto, è di scena il progetto espositivo A occhi chiusi che vede protagonisti gli artisti Simone Bergantini, Fabio Sandri, Davide Tranchinadi, i quali non si pongono in rapporto diretto con la realtà ma, al contrario, agiscono attraverso le loro ricerche fotografiche con il fine di sperimentare la narrazione dell’intangibile. La serie Addiction di Simone Bergantini racconta di una nuova forma di socialità globale che si esprime attraverso i tablet: i suoi lavori, quasi dei grandi monocromi neri, ci parlano dell’uomo attraverso le tracce delle impronte lasciate dalle dita sui dispositivi touch screen. Fabio Sandri porta invece in scena l’uomo nei lavori intitolati Autoritratti di tempi lunghi: una serie di fotografie processuali generate precedentemente dagli stessi fruitori, dove il visitatore poteva mettersi in rapporto con una videocamera che inviava la sua immagine su della carta fotosensibile per crearne un autoritratto in diretta. Infine Davide Tranchina che espone la serie 40 notti a Montecristo, frutto di una residenza eccezionale in quest’isola praticamente inaccessibile dove ha realizzato dei paesaggi che sono luoghi irraggiungibili, un altrove al confine tra realtà e sogno. A cura di Carlo Sala. L’evento è promosso da Fondazione Francesco Fabbri e Comune di Treviso, con il patrocinio di Landscape Stories, TRA e Enzimi.
Info: www.fondazionefrancescofabbri.it