Materia e, per estensione, meterie. Nell’opera di Giacomo Rizzo, questi due termini sicuramente possono essere posti come elementi fondamentali della sua opera. Scultore palermitano, porta avanti da qualche anno una ricerca che “con rigore analitico e quasi religioso” ha subito una svolta negli ultimi anni riportando in primo piano la materia come fenomeno di riflessioni sullo stesso atto di scolpire.
E non a caso stiamo qui parlando di un’opera dal titolo “Matermania”. Un’opera di 225 cm di altezza e 110 di larghezza strappata dall’omonima grotta caprese: da qui il nome, “mater magna”, in onore alla Dea Cibele. Un’opera costituita da una tecnica originale dell’artista: prendere, strappare, rubare un frammento dalla volta della grotta e riproponendolo come atto scultoreo artistico. Un rapporto quello tra uomo e natura che si rende evidente nell’opera di Rizzo e anche nella suggestiva cornice nella quale l’opera è installata, Villa Lysis.
Il progetto promosso dall’Associazione Culturale Apeiron in collaborazione con la galleria AICA Andrea Ingenito Contemporary Art, realizzato con il sostegno delle istituzioni locali e sotto il matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, è in linea con il grande sogno di Lucio Amelio e cioè quello di destinare la suggestiva Villa Lysis all’arte contemporanea. Un progetto ambizioso segnato in questo caso da uno dei più promettenti scultori nostrani.
Giacomo Rizzo
Matermania – opera permanete
Villa Lysis
Via Lo Capo, 12, 80076 Capri NA