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Il giardino Planetario – Manifesta 12 Palermo

La Città di Palermo ospita dal 16 Giugno al 4 Novembre 2018 Manifesta 12. La biennale nomade europea di arte contemporanea sceglie  il capoluogo siciliano per la sua dodicesima edizione: un appuntamento di riguardevole rilievo che catalizzerà l’interesse internazionale di addetti ai lavori e non. Una vera stagione d’oro per Palermo che è anche Capitale Italiana della Cultura 2018.                                                                                                                                                                                       Palermo è stata prescelta dal comitato di Manifesta poiché di certo atta a narrare e a farsi interprete -per storia, spirito, inclinazioni-  di  temi estremamente identificativi delle vicende dell’Europa contemporanea: la migrazione e le condizioni climatiche altresì l’impatto che queste hanno sulle  nostre città. Sostiene Hedwig Fijen, Direttrice di Manifesta: “Manifesta 12 a Palermo è una grande sfida per ripensare a come gli interventi culturali possano avere un forte ruolo nell’aiutare a ridefinire uno dei più iconici crocevia del Mediterraneo della nostra storia, all’interno di un lungo processo di trasformazione. Manifesta 12 vuole affrontare diversi interrogativi tra cui: la partecipazione dei cittadini alla governance della Città, e come riconoscersi cittadini e riappropriarsi della Città. Le questioni migratorie delle città sono emblematiche di una più ampia situazione di crisi che l’intera Europa si trova ora a fronteggiare”.

Palermo è da sempre coacervo umano, linguistico, culturale: un seducente diapason di accenti, espressioni, epidermidi! Già nel nome Panormos-tutta porto, che le diedero gli antichi greci, c’è  la sua vocazione  materna all’accoglienza, in esso  si conferma la cromosomica attitudine ad intessere relazioni con chi giunge da altrove. In virtù della formidabile posizione geografica che la colloca nel centro di Mare Nostrum, essa è da 2000 anni crocevia di una molteplicità di energie che qui afferiscono in special modo dall’Africa del Nord e dal Medioriente contribuendo al costituirne l’anima multiculturale, pulsante, stratificata.

Il tema di Manifesta 12 è “Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza”.

Movente dell’intero progetto diviene  il dipinto Veduta di Palermo realizzato da Francesco Lo Jacono nel 1875 e custodito alla GAM di Palermo. Nell’opera del maestro “ladro del sole”, la cui vibratile pittura  ed i cui ardenti enzimi cromatici sempre ammaliano l’occhio del fruitore, si disvela la paradigmatica osservazione che  nessuno degli elementi che compone il paesaggio naturale  sia indigeno: gli ulivi provengono dall’Asia, il pioppo tremulo giunge dal Medio Oriente, l’eucalipto dall’Australia, il fico d’India dal Messico, il nespolo dal Giappone, persino gli agrumi da sempre effigie della Sicilia furono introdotti nella regione dagli Arabi.  Riferimento costitutivo per Manifesta 12 diviene dunque l’Orto Botanico di Palermo. Progettato dall’ alta fantasia del francese  Leon Dufourney e custode tra gli altri  dei pregevoli affreschi di Giuseppe Velasco, da sempre l’Orto Botanico di Palermo si abbevera alla fascinosa fonte di una liason con le arti che oggi giunge fino a noi. Per gli appassionati di romantica fenomenologia mi si consenta di aggiungere che qui Goethe per la prima volta ebbe la fulminea illuminazione dell’Urpflanze, pianta primigenia da cui tutte le altre si sarebbero sviluppate: la figurazione di una archetipo organico  può prevedibilmente divenire la scintilla per una più ampia teorizzazione antropica. Ma l’Orto Botanico nasce soprattutto come laboratorio in cui coltivare, studiare, sperimentare, mescolare le varie specie divenendo per destino metafora convincente di questa edizione di Manifesta.

Ritornando al già citato parallelismo Pianta-Uomo, nel 1997 il botanico Gilles Clément raffronta il mondo ad un “giardino planetario” di cui abbiamo responsabilità di essere giardinieri. “Vent’anni dopo la pubblicazione del libro di Clément, la metafora del pianeta come giardino è oggi più che mai attuale, non come spazio definito e controllabile dagli esseri umani, ma come luogo nel quale  “i giardinieri” riconoscano la propria dipendenza dalle altre specie, confrontandosi in un comune sforzo di responsabilità, con i cambiamenti climatici temporali e sociali in corso”: così si legge nel testo dei Creative Mediator di Manifesta 12 Bregtje van der Haak, Andrés Jaque, Ippolito Pestellini Laparelli, Mirjam Varadinis. 

Le sedi di Manifesta 12 sono: il sopra citato Orto Botanico, il settecentesco Palazzo Butera (pregevolissimo gioiello palermitano), il Teatro Garibaldi (che dopo un periodo di inattività ha riaperto i battenti con il programma culturale preliminare “Waiting  for Manifesta”), Piazza Magione (vero spazio en plein air), la seicentesca Chiesa di Sant’Euno e Giuliano. In esse si dispiegheranno le  quattro  Sezioni de “Il Giardino Planetario”: Garden of Flows, Out of Control Room, City on Stage, Il Teatro Garibaldi.

Ovviamente non dimentichiamo di citare il denso programma di eventi collaterali.  62 i progetti prescelti sui 631 presentati. La metà di questi proviene dalla stessa Palermo, l’8% dalla Sicilia, il 21% dall’Italia, il 18% dall’Europa, il 3% da altri paesi.  Tra gli eventi collaterali: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee-MADRE Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli, Lara Favaretto: Indagare il sottosuolo. Atlante delle Storie omesse;  Accademia di Belle Arti di Palermo e Gabriella Ciancimino, In Liberty we Trust; Bridge Art in collaborazione con Dimora Oz e Casa Sponge, Border Crossing; Fondazione VOLUME! Mondello Italo Belga SA, Mi Casa Tu Casa;  Galleria Francesco Pantaleone, Per Barclay Cavallerizza Palazzo Mazzarino; Galleria Lorcan O’Neill, Richard Long-Palermo; Museo Salinas, Evgeny Antufiev: When art became part of landscape. Chapter 1; Rizzuto Gallery, Francesco De Grandi: Come Creature.

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