Esistono progetti nati solo ed esclusivamente per amore. E il Draw The Line è uno di questi.
Si tratta di uno dei principali Festival di Street Art in Italia e uno di quelli qualitativamente più elevati. Ha avuto origine nel 2011, a Campobasso, grazie all’idea di un’associazione culturale chiamata Associati Malatesta, focalizzata prevalentemente sugli ambiti dell’arte urbana. Proprio quell’anno l’associazione ha vinto un bando ministeriale e ha dato vita a un lavoro genuino, pulito e rispettoso sia delle comunità locali, che della disciplina stessa. É importante ricordare che progetti di questo tipo sono nati a partire da quegli eventi chiamati “Jam”, nei quali writer, breaker, dj e skater si ritrovavano e condividevano il proprio amore per l’Hip Hop. Molti dei pezzi più elaborati venivano realizzati, e continuano tuttora ad esserlo, nelle hall of fame, pareti pseudo legali o naturalizzate tali, dove i writer si trovavano per dipingere in maniera serena e con tempistiche più lunghe.
Draw the line va visto come una naturale evoluzione di tale fenomeno. In questo caso viene trattata l’arte urbana in generale, inserendo sotto allo stesso cappello Writing e Street Art, e ampliandoli verso espressioni tipiche di un muralismo ingigantito. É un’operazione che parte da persone afferenti a quel tipo di ambiente: quello che ha dato vita allo stesso sistema. Si potrebbe pensare che sia uno dei pochi eventi ancora fedeli alle premesse originarie. Attualmente l’organizzazione del festival, che in passato ha visto artisti di fama nazionale e internazionale prenderne parte, sta realizzando una campagna di autofinanziamento tramite una piattaforma di crowdfunding online, con la finalità di portare avanti il progetto e la sua prossima edizione.
Mancano solo cinque giorni alla fine della campagna. Per partecipare, è possibile andare a questo link: https://www.eppela.com/it/projects/9223-draw-the-line-street-art-festival
In quest’ intervista all’organizzazione abbiamo discusso dell’evoluzione di Draw the line e di molto altro.
Giada Pellicari: Draw the Line è un progetto nato nel 2011. Ci potete raccontare la sua evoluzione nel corso degli anni?
Associazione Malatesta: La forza del Draw the Line è stata la sua unicità in un contesto nascosto, come quello molisano. È un progetto che si è fatto strada fra i quartieri di Campobasso e ha fatto sì che la strada rispondesse: tutto questo con i tempi necessari per entrare nella mentalità del cambiamento, nell’ottica di un ripristino urbano graduale e continuativo. Il festival ha dato il grande via ai lavori nel 2011, invitando alti esponenti della Street Art a dipingere le zone adiacenti alla stazione ed al terminal, luoghi di continuo passaggio, sempre sotto gli occhi di tutti e spesso lasciati al degrado. Successivamente ci siamo focalizzati sul mercato, punto di ritrovo e di scambio, ormai povero di iniziative, per poi rivolgerci alle scuole, ampliando il progetto educativo e portando opere di alta fattura su edifici funzionali e sempre più visibili. A nostro avviso, l’arte di strada parla a tutti, di qualsiasi età e provenienza. Ecco come la riqualificazione di uno dei quartieri popolari della città, partita nel 2015 e in programma anche per quest’anno, ha ampliato l’aspetto sociale dell’intero progetto, ha elevato la grandezza e l’importanza degli interventi artistici e ha fatto sì che tutti ne capissero l’essenza.
G.P: Molti sono gli artisti importanti che hanno preso parte al Festival nel corso degli anni, come Blu, Ericailcane, Roa, Dado, Hitnes, Etnik, Mr. Thoms, Alice, Pixel Pancho. Come si sono relazionati alla città e qual è stata la risposta da parte del pubblico?
A.M: Sulle orme del nostro mentore, Sopa, si è mantenuta la voglia di portare in una realtà urbana così piccola ampie opere di grande significato, la stessa che ha coinvolto gli artisti con un entusiasmo pari al nostro, che è stato tale da portarli non solo a regalarci sempre più colore con le proprie mani, ma a conoscere l’ambiente molisano nella sua totalità: fatta di accoglienza, calore, scoperte di luoghi e persone che credono nelle potenzialità della propria terra e vogliono allargare i confini regionali ad un livello internazionale.
La sensibilizzazione del popolo locale è avvenuta gradualmente, ma ha ricevuto una grande scossa quando, dopo il primo intervento al terminal, con l’opera di Blu, la reazione delle istituzioni è stata opposta alle aspettative, con minacce di cancellazione del dipinto per l’estrema forza critica che trasmette. Molti campobassani hanno aperto gli occhi e preso posizione, rivendicandone l’importanza e ottenendo il rispetto di tutti gli artisti che sono passati in Molise negli anni seguenti.
G.P: Nella vostra campagna di crowdfunding avete parlato di riqualificazione urbana e di galleria a cielo aperto. Come si è instaurato Draw the Line a Campobasso?
A.M: L’organizzazione del festival si basa sulla riqualificazione a tutto tondo: l’arte va condivisa con chiunque, non rimane fine a se stessa. La sua funzione è quella di aggregazione, formazione, educazione. Per questo, la nostra proposta è sempre quella di arricchire il contesto urbano prima, durante e dopo il festival, con corsi formativi per tutte le età, con esposizioni, attività sia artistiche che sportive, con momenti conviviali di musica e cultura, al fine di dare un nuovo volto a chi vive la regione, a chi ci torna, a chi vuole conoscerla e non solo attraversarla di passaggio. Da questo credo è partito tutto, dalla riappropriazione degli spazi civici e dal coinvolgimento di tutti per le stesse finalità.
G.P: Inizialmente avete avuto un finanziamento da parte di un bando pubblico per la realizzazione del progetto, mentre ora state portando avanti una campagna di crowdfunding di autofinanziamento. A cosa serviranno i fondi raccolti? Perché le persone dovrebbero contribuire?
A.M: L’evoluzione del festival nel corso degli anni, la grandezza delle superfici su cui intervenire e la mancata comprensione del valore del festival da parte delle istituzioni hanno reso ancora più importante la partecipazione attiva dei cittadini e degli interessati alla Street Art, come verace ed autentica forma di arte contemporanea. Ogni parete, in particolare quelle di oltre venti metri d’altezza scelte per l’edizione 2016, prevede grosse quantità di materiale, fra vernici, rulli, bombolette spray; necessita, inoltre, l’affitto di elevatori, impalcature, scale; ha bisogno di essere divulgata con comunicazione digitale e cartacea. Per questo non basta solo l’impegno di noi associati.
Se è vero che nei piccoli ambienti come il nostro ci si conosce tutti, allora basta guardarci fra di noi come se fossimo compagni di viaggio nel tracciare il percorso insieme. Anche chi non lo vive ogni giorno può capire quanto valore possa avere dare un contributo al Molise: così si dà alla regione l’opportunità di essere un riferimento nel panorama artistico internazionale, una fonte di sviluppo culturale a livello locale, un luogo da far visitare e da vivere.
Giada Pellicari
DRAW THE LINE 2016
20 agosto – 28 settembre
DADO – PEETA – MACS – ZED1 – DOME – MR WANY – PIXEL JUICE
2NEKO – KENO – ONEM – ZOFA – EMEID – KORVO – MR.BLOB – SMAKE – DESK – TRIP – BOMB – LIUSPAK – KAMI – DAE2 – ZHANCO – LUVI – FOX – ICKS – AND MORE…
CAMPOBASSO
#DRAWTHELINE