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A Cielo Aperto: un museo diffuso

Dieci anni di idee ed emozioni, progetti e messe in opera, raccontati attraverso una “raccolta di esseri viventi”, del loro operato, cristallizzati in ricordi, affrontati scientificamente, con taglio critico, in scambi e dialoghi; sono i dieci anni di vita dell’Associazione culturale Vincenzo De Luca ripercorsi attraverso le parole e le opere di artisti e critici, raccolti nel volume A Cielo Aperto (edito da Postmedia Books, agosto 2016). Arte pubblica, ma non solo. Arte relazionale o partecipata, anche. Arte tout court, mista a profonda passione e grande professionalità. Tutto questo ed altro ancora, confluiscono nel progetto avviato dall’Associazione lucana che ha tra i suoi maggiori sostenitori e promotori il duo Bianco-Valente e Pasquale Campanella. 

Giuseppe Teofilo, Richard Parker è a Latronico
Giuseppe Teofilo, Richard Parker è a Latronico

A Cielo Aperto si figura come un museo diffuso all’aperto, che ha visto nel corso degli anni alcuni artisti italiani (come Stefano Boccalini, Fabrizio Bellomo, Francesco Bertelé, Eugenio Tibaldi, Virginia Zanetti, Antonio Ottomanelli, Elisa Fontana, Andrea Gabriele e Andrea Di Cesare, Wurkmos, per citarne alcuni) confrontarsi con lo spazio pubblico del paesino potentino, vivere il territorio durante un periodo di residenza, per realizzare un lavoro site specific, successivamente installato in uno spazio di condivisione pubblica. Il libro offre molteplici spunti di riflessione sul rapporto tra arte e spazio, tra ambiente naturale e contesto urbano.

Ad analizzare il progetto nella sua interezza è lo stesso Campanella, a cui si affiancano i contributi di Maria Teresa Annarumma, che esalta il valore del locale, attraverso le sperimentazioni artistiche e la funzione sociale dell’arte che permette il progressivo avvicinamento del pubblico; di Elio Grazioli con la sua disamina sui limiti e sugli equilibri del fare arte; di Marco Petroni con la sua “politica del sottile”, ovvero l’intricato tessuto di relazioni; di Alessandra Pioselli, che – dopo un puntuale excursus sull’arte pubblica, attraverso le direttrici dello spazio-forma e del tempo-relazione – non manca di ricordare che il “sociale siamo noi”, e che dunque è fondamentale la soggettività particolare che ogni attore in campo porta con sé in quel “fuori” che è lo spazio pubblico. L’interessante saggio di Pietro Gaglianò analizza i processi verbali alla base della vita dei paesi del sud, cosicché il vociferare collettivo assuma una vera e propria funzione mitopoietica. Ne fornisce esempio Richard Parker è a Latronico, l’ironico progetto di Giuseppe Teofilo, in cui la narrazione, trascende la verbalità e si sviluppa su un piano di cultura sociale e condivisa (Gaglianò). Ma ancora, Leandro Pisano, Pietro Rigolo, Aste&Nodi, Simona Bordone, Giusy Checola, Thomas Gilardi, Gabi Scardi, Elvira Vannini, con i loro scritti, tracciano le fila di un’estetica plurale, quella riscontrabile attraverso le diverse edizioni del progetto A Cielo Aperto, che ha modificato di anno in anno la morfologia di Latronico ed il senso di appartenenza – all’arte – dei suoi abitanti.

Michele Giangrande, Faro
Michele Giangrande, Faro

 Non mancano interviste agli artisti, che ne chiariscono gli intenti ed i progetti, come i dieci temi discussi tra Angelo Bianco ed Elisa Laraia o i dialoghi tra Tommaso Evangelista e Michele Giangrande ed Elena Giulia Rossi e Bianco-Valente. Tale andamento dialogico permette di fissare punti fermi sulla contemporaneità nella ricerca di un dialogo con il proprio tempo e con la propria interiorità (Laraia); nell’ironia come metodologia (o strategia) di indagine per fare arte, che permette di esorcizzare il malessere che “ci circonda e divora” (Giangrande); nella pratica della relazione come scelta volontaria per affermare l’altro e invischiarlo nel reale attraverso l’arte, o viceversa nel fare arte attraverso il reale. E difatti Ogni dove, l’opera di Bianco-Valente per Latronico rimarca che l’uomo è fatto di relazioni fluide, che si innescano anche quando è condotto altrove dagli eventi e che la complessità dell’esistenza umana si costituisce, attraverso sedimentazioni e spostamenti; proprio come quelli messi in moto dalla Associazione De Luca e testimoniati negli anni dal progetto A Cielo Aperto.

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